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Ord. 4/2024 – Raccolta castagne e prodotti secondari da bosco

Ord. 4/2024 – Raccolta castagne e prodotti secondari da bosco

Piano di Controllo e Gestione della Popolazione dei Cinghiali nel Parco del Vulture

Piano di Controllo e Gestione della Popolazione dei Cinghiali nel Parco del Vulture

ASSUNZIONE DI PERSONALE A TEMPO DETERMINATO ART. 5 L.R. 10/2020. INDIZIONE CONCORSI PUBBLICI.

ASSUNZIONE DI PERSONALE A TEMPO DETERMINATO ART. 5 L.R. 10/2020. INDIZIONE CONCORSI PUBBLICI.

AVVISO PUBBLICO Sistema Informativo Forestale Regionale

AVVISO PUBBLICO Sistema Informativo Forestale Regionale

Benvenuti nel Parco Naturale Regionale del Vulture


Il Parco del Vulture è un'area naturale protetta della Basilicata che si estende alle pendici del Monte Vulture, antico vulcano ormai spento, per 57.496 ettari e che comprende i comuni di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte e San Fele, tutti appartenenti alla Provincia di Potenza. A rendere unica quest'area è la sua ricchissima biodiversità, dovuta alla varietà dell'ecosistema e ai differenti climi delle quote altimetriche, concentrata in un territorio ristretto. Da qui deriva la sorprendente diversificazione del paesaggio, caratterizzato da un'alternanza di montagne e colline, prati in fiore e fiumi, laghi e fitti boschi. 



  • Ecosistema e progetti di salvaguardia
  • Geomorfologia del Parco
  • I Laghi
  • Flora
  • Fauna
  • Storia del territorio
  • Il Vulture
  • Ecosistema e progetti di salvaguardia

    Il territorio del Parco si contraddistingue per un'elevata biodiversità vegetale e animale: qui è possibile osservare un notevole numero di habitat e specie protette che, insieme alle millenarie coltivazioni, contribuiscono a dipingere panorami unici e preziosi.

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  • Geomorfologia del Parco

    La formazione dell'area del Vulture è da ricondurre a un'attività sismica insistente e ripetuta avvenuta circa 5 milioni di anni fa, durante l'era cenozoica, e dovuta al movimento di due enorme placche della superficie terrestre, quella africana e quella euroasiatica, che si scontrano lungo la fascia orientale del pre-appennino meridionale.

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  • I Laghi

    Immersi nel verde dell'area naturale protetta è possibile visitare i Laghi di Monticchio, situati sulla falda sud occidentale del Monte Vulture. I due laghi, il Lago Grande e il Lago Piccolo, occupano le bocche crateriche dell'antico vulcano.

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  • Flora

    Le pendici esterne del Vulture presentano una successione tipica di forme di vegetazione, influenzata principalmente dall'altitudine. Fino a 600-700 metri, le falde sono ricoperte da campi di cereali, da vigne e oliveti. Più in alto il castagno prende il sopravvento, lasciando spazio al querceto e poi alla faggeta solo oltre i 900- 950 metri di quota.

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  • Fauna

    La complessità e l'unicità degli ambienti naturali del Parco del Vulture hanno consentito il permanere di una fauna ricca e diversificata, che annovera numerose specie protette.

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  • Storia del territorio

    Storicamente le origini del Vulture sono antichissime: l'area era già abitate nel neolitico, come testimoniano i resti di una necropoli rinvenuta nei pressi di Rapolla. Le prime vere civiltà si stanziarono nell'area intorno tra il VIII e il VII: fu la volta dei Dauni,  seguiti poi dai Sanniti (IV- III sec. a.C.). Numerose testimonianze della presenza di civiltà pre-romane sono raccolte nel Museo archeologico nazionale del Melfese.

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  • Il Vulture

    In origine il Vulture è un vulcano formatosi in un periodo compreso fra gli 800.000 e i 750.000 anni fa: durante queste prime fasi i magmi, risalendo, attraversarono alcune centinaia di metri di terreni sedimentari, l’ultimo dei quali di origine marina Pliocenica, e produssero una spinta sufficiente ad innalzare il substrato roccioso sino a circa 700 metri di quota.

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  • Il Museo di Storia Naturale del Vulture
  • Sito paleolitico di Atella
  • Il Museo archeologico nazionale del Melfese
  • Scavi archeologici di Torre degli Embrici
  • La Badia di Sant'Ippolito
  • Il Convento di San Michele
  • Il Castello di Melfi
  • I rifugi dei briganti
  • Sulle tracce di Federico II
  • Il Vulture e la tradizione olivicola
  • Alla scoperta dell'Aglianico del Vulture
  • La terra delle castagne
  • La settimana Santa tra spiritualità e tradizione
  • Il Museo di Storia Naturale del Vulture

    Il Museo di Storia Naturale del Vulture occupa i primi tre livelli del Convento dedicato a San Michele Arcangelo, sul Lago Piccolo. Esso racconta i 750 mila anni di storia del Vulture, un vulcano formatosi nel pleistocene e dormiente da circa 130.000 anni.

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  • Sito paleolitico di Atella

    Il sito paleolitico di Atella, individuato agli inizi degli anni '90, è ubicato nei pressi del moderno cimitero comunale. Dalla stratigrafia del sito si è evidenziata la sua localizzazione sulle rive di un lago, oggi scomparso, creato durante il formarsi del complesso vulcanico del Vulture.

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  • Il Museo archeologico nazionale del Melfese

    Ubicato nel castello di Melfi, il Museo custodisce testimonianze archeologiche rinvenute nella zona del Vulture riguardanti le popolazioni indigene della preistoria, dei periodi dauno, sannita, romano, bizantino e normanno. 

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  • Scavi archeologici di Torre degli Embrici

    Il Complesso archeologico pre-romano e romano di Torre degli Embrici è un complesso archeologico diviso tra i comuni di Rionero in Vulture e Atella.  Il sito archeologico fu scoperto nel 2004 e agli scavi parteciparono ricercatori delle università di Alberta, Sydney e Ben Guiron del Negev. Furono rinvenute, tra gli altri oggetti, una moneta di Marco Aurelio Probo (incoronato 276 - morto 282) e un marmo di Afrodite purtroppo privata degli arti e del capo.

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  • La Badia di Sant'Ippolito

    Sull'istmo, tra il Lago Piccolo e il Lago Grande, è situata la badia benedettina di Monticchio, riferibile al X-XI secolo.

    A quest'epoca è da riferire la chiesa, con abside trilobato e atrio al quale si innesta, in un periodo successivo, la torre campanaria.

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  • Il Convento di San Michele

    Un caratteristico sentiero attraversa i fitti boschi e conduce al convento che, arroccato sulla caldera del Vulture, si affaccia sul Lago Piccolo creando un gradevole contrasto con la natura circostante.

    Viene edificato dai francescani a partire dal XVII secolo, su un sito molto più antico. Ingloba le laure basiliane e in particolare la Grande Grotta scavata nel tufo dedicata all'arcangelo Michele. Nei pressi sono stati ritrovati depositi votivi risalenti al IV-III sec. a.C.

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  • Il Castello di Melfi

    L’imponente sagoma del castello normanno svevo è il simbolo di Melfi e la sua storia è legata alle figure di spicco che si sono succedute nel corso dei secoli nella città posta alle pendici del Monte Vulture.

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  • I rifugi dei briganti

    Con l'annessione al Regno d’Italia del Regno delle Due Sicilie si scatenò una forma di guerriglia contro i Sabaudi meglio nota come “Brigantaggio post-unitario”. L’assegnazione disattesa delle terre demaniali a causa del forte debito sabaudo, l’aumento delle tasse e del prezzo dei beni di prima necessità, furono le cause principali d’innesco della rivolta che da molti storici viene considerata una delle prime guerre civili dell'Italia contemporanea.

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  • Sulle tracce di Federico II

    Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero, figura carismatica della storia del meridione, amò molto la Basilicata e, in particolare, il Vulture. Qui sono disseminate numerose tracce del suo passaggio, a partire proprio da Melfi, dove sorge ancora il Castello che da lui fu ampliato e modificato, testimone di vicende che hanno fatto la Storia.

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  • Il Vulture e la tradizione olivicola

    Il territorio del Vulture, storicamente, non era solo un punto strategico di collegamento fra il nord e il sud della penisola italica, ma anche un luogo di rifornimento di derrate alimentari di qualità.

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  • Alla scoperta dell'Aglianico del Vulture

    La fertilità dei terreni di origine vulcanica che circondano il Monte Vulture è l'habitat ideale per la produzione di uno dei più grandi vini rossi d'Italia, l'Aglianico del Vulture DOCG. Le sue origini sono antichissime: probabilmente venne introdotto nel nostro Paese dai Greci intorno al VII- VI sec. a.C.

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  • La terra delle castagne

    Uno dei prodotti più celebri ed apprezzati del Vulture sono le castagne, raccolte in quota sulle pendici del vulcano.

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  • La settimana Santa tra spiritualità e tradizione

    Nella Settimana Santa sono davvero tante nel Vulture le rappresentazioni legate al dramma sacro della Passione. Fra queste molto suggestive sono quelle di Atella, Rionero in Vulture e Rapolla.

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Il Progetto del FAI per la riqualificazione dei laghi di Monticchio

I Laghi di Monticchio sono uno dei "Luoghi del Cuore" sui quali il FAI, Fondo Ambientale Italiano, interverrà con uno dei 27 progetti identificati grazie al nono censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso proprio dal FAI. La zona dei laghi si è infatti posizionata al sesto posto, diventando il luogo più votato di sempre in Basilicata con 31.907 preferenze.

 


IL TESORO DI MONTICCHIO

IL TESORO DI MONTICCHIO

Presentato al MISFF 72° Montecatini International Short Film Festival ed. 2021

Sritto e diretto da: Giuseppe Varlotta

Musica: Maurizio Fiaschi

Mix Audio: Andrea Passarino

 


Play with green - un'aquila come guida

Ideato da: Michele Lacerenza
Prodotto e realizzato da: Lacerenza produzioni Media
Direzione artistica: Marco Cerverizzo
Scritto, diretto e montato da: Giuliano Brancati - Enrico Condelli
Musiche: Adventure Epicarpio by MichaelNik
Sviluppo web: Giovanni Schiavone
Falconieri: Federica Palazzo - Andrea Laspro Masi
Aquila: Martino

 

 

  • San Fele
  • Ruvo del Monte
  • Ripacandida
  • Rionero in Vulture
  • Rapolla
  • Melfi
  • Ginestra
  • Barile
  • Atella
  • San Fele

    Le origini di San Fele risalgono intorno all'anno 1000, quando Ottone I di Sassonia fece edificare in quest'area un castello fortezza per avvistare eventuali assedi da parte dei Bizantini. Circa un secolo dopo cominciarono a sorgere intorno al castello i primi nuclei abitativi; il quartiere sviluppatosi lungo le pendici del Monte Castello è stato rinominato "Rione Costa".

  • Ruvo del Monte

    Ai confini con la Campania, Ruvo del Monte è stato in passato uno snodo fondamentale che collegava la regione limitrofa con l'entroterra della Basilicata. Per questo ha visto il passaggio di numerose civiltà che si sono susseguite nel corso del tempo. Probabilmente l'abitato fu fondato dai Sanniti col nome di Rufrae, anche se il primo documento che cita il paese con il nome di Ruvo risale al 1045.

  • Ripacandida

    L'abitato di Ripacandida sembra sia sorto dopo l'invasione gotica di "Candida Latinotum", i cui abitanti si rifugiarono sul territorio dove sorge attualmente il borgo e che diedero il nome al paese. Secondo alcuni studiosi, invece, il nome deriva dal colle di colore bianco su cui sorge.  Il centro attuale è situato in parte su un insediamento frequentato dal VII al IV sec.a.C.. 

  • Rionero in Vulture

    Situato a sud-est del Monte Vulture, Rionero è immerso in un paesaggio ricco e accogliente, caratterizzato da vigneti, oliveti e folti boschi. Qui la fertilità del terreno e la sua favorevole esposizione hanno consentito lo sviluppo della viticoltura, la cui massima espressione è l'Aglianico Del Vulture, e dei castagneti da frutto.

  • Rapolla

    Le origini di Rapolla risalgono al X sec. quando in queste terre si stabilì un gruppo di monaci basiliani che fecero erigere un convento. Nel 1042 il paese divenne una fortezza normanna prima di esser distrutta nel 1187 dai Melfitani e ricostruita subito dopo da Guglielmo il Buono.

  • Melfi

    Capitale del regno normanno, Melfi è la città federiciana per eccellenza, avendo rivestito un ruolo politico particolarmente centrale al tempo dell’imperatore Federico II di Svevia. Alcuni riferimenti storici fanno ritenere il nome Melfi derivante dalla presenza del torrente Melfia, un corso d’acqua significativo anche in considerazione dei tanti ritrovamenti archeologici (in particolare tombe e insediamenti d’epoche diverse).

  • Ginestra

    I suoi abitanti sono per lo più i discendenti di esuli greco-albanesi che nel 1478 in queste contrade, originariamente denominate Lombarda Massa, trovarono dimora grazie alla concessione del feudatario di Ripacandida, Troiano Caracciolo.

  • Barile

    I suoi abitanti sono discendenti di esuli greco-albanesi, giunti sulle falde del Vulture circa 5 secoli fa, in fuga dal loro paese in seguito all'invasione turca dei loro luoghi di origine. Dopo tanto tempo, in questo piccolo paese è ancora parlata la lingua arbëreshe e sono ancora vive le tradizioni d’origine balcanica.

  • Atella

    Centro molto antico, ripopolato a più riprese nella storia da gente proveniente da altre aree limitrofe. Nel XIV secolo, Giovanni d’Angiò volle rifondare e riorganizzare Atella, oltre a favorirne il suo popolamento, specialmente da Monticchio, Sant’Andrea, Agromonte, Lagopesole, facendone un centro economico e militare tra i più rilevanti nella regione.
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