L'abitato di Ripacandida sembra sia sorto dopo l'invasione gotica di "Candida Latinotum", i cui abitanti si rifugiarono sul territorio dove sorge attualmente il borgo e che diedero il nome al paese. Secondo alcuni studiosi, invece, il nome deriva dal colle di colore bianco su cui sorge. Il centro attuale è situato in parte su un insediamento frequentato dal VII al IV sec.a.C..
Il paese è noto come terra di santi:qui sono nati o hanno vissuto alcuni uomini di chiesa, quali i santi Donatello, Mariano e Laviero, il venerabile Giambattista Rossi e Maria Teresa Araneo, conosciuta come Suor Maria di Gesù.
Disotto all’abitato scorre la fiumara di Ripacandida (l’Arcidiaconata), dove sono visibili i resti di un acquedotto romano. Di notevole interesse è la Chiesa di San Donato, la più antica tra le numerose chiese di Ripacandida. È caratterizzata da una struttura architettonica romanica e dal portale del sec. XVII. La navata unica, dalle pareti alle volte a sesto acuto, è affrescata con un complesso ciclo pittorico che rappresenta la Bibbia a partire dalla Resurrezione. Tali affreschi sono noti come la «Bibbia di Ripacandida». Annesso al Santuario è il “Giardino Storico San Francesco” dove si ammirano un monumentale pino d’Aleppo, alcune sequoie e dei tassi
Ripacandida nel Parco
Il 16,0% del suo territorio comunale, circa 534 ettari, rientra all’interno del Parco. In quest'area sono comprese aree rurali coltivate a olivi e vite, ma anche aree boscate. Il bosco comunale è parte del “Bosco Grande” condiviso con Forenza, Acerenza e Genzano di Lucania. È composto principalmente da querce e cerri d’alto fusto. Per secoli ha dato lavoro, nutrito e riscaldato le popolazioni limitrofe. Costituiva rifugio di mandrie e di allevatori durante la “transumanza”. Al bosco si andava per tagliare, trasportare coi muli e poi vendere una "salma" di legna.
All’interno è presente una costruzione indicata come "Il Casone" e delle "Pile", ovvero degli abbeveratoi.