Il territorio del Parco si contraddistingue per un'elevata biodiversità vegetale e animale: qui è possibile osservare un notevole numero di habitat e specie protette che, insieme alle millenarie coltivazioni, contribuiscono a dipingere panorami unici e preziosi.
Oltre agli ecosistemi naturali, infatti, sono parte integrante del paesaggio gli ecosistemi seminaturali (pascoli, cedui di castagno, rimboschimenti) e agroecosistemi (seminativi, vigneti e oliveti). Particolare è il fenomeno dell’inversione delle fasce fitoclimatiche, con l’abete, il cerro e il faggio straordinariamente confusi, dove l’uno occupa la fascia vegetazionale dell’altro.
Lo stato di conservazione delle popolazioni e degli habitat è buono, tranne in alcuni casi in cui la pressione antropica di vario tipo ha disturbato gli equilibri naturali pregiudicandone l’esistenza. Alcune specie endemiche lucane rischiano di scomparire, come il Garofanino del Vulture e la Knautia lucana. In compenso altre specie sembrano estendere il loro areale (Acer cappadocicum ssp. Lobelii) e si ritrovano in più habitat.
PROGETTO FEAMP BASILICATA
- Alloctoni invasivi a Monticchio
- Localizzazione del Progetto
- Descrizione del progetto
- Generalità del progetto
- Tecniche di intervento di lotta integrata
- Specie alloctone target
- Specie autoctone minacciate
- Sovrapposizioni con altri programmi e direttive
- Impatto su Biodiversità ed ecosistemi
- Impatto Socioeconomico
- Impatto Sanitario
- Obiettivi del progetto
- Obiettivi principali
- Strategie complementari adottate
- Monitoraggio complementare
- Citizen science e autosostentamento delle attività
- Eventi formativi e di comunicazione
- Argomenti degli eventi
- Modalità di esecuzione degli eventi
- Sintesi degli impatti positivi del progetto
- CEAS del Vulture
- Hydrosynergy soc. coop.
ALLOCTONI INVASIVI A MONTICCHIO
Localizzazione del Progetto
L’area di interesse è individuata nei laghi di Monticchio compresi nella caldera vulcanica del Monte Vulture all’interno del sito Rete natura 2000 (ZSC SIC/ZPS) IT9210210 “Monte Vulture”.
Figura 1. Principali aree interessate dal monitoraggio faunistico previsto dal progetto.
Il territorio del Parco Naturale Regionale del Vulture è da sempre stato oggetto di tutele a protezione delle caratteristiche uniche che lo contraddistinguono, al contempo in gran parte dell'anno è anche oggetto di una forte pressione antropica non facilmente disciplinabile.
In particolare, i Laghi di Monticchio sono stati riconosciuti a vario titolo aree di interesse comunitario o aree protette con leggi regionali, nazionali o inclusi in direttive europee (habitat e uccelli). Già Riserva Naturale Regionale, S.I.C., Z.P.S., poi più recentemente Z.S.C. Zona Speciale di Conservazione con una perimetrazione che includeva le precedenti. Con Natura 2000, la Regione Basilicata ha effettuato uno studio completo e organico di tutte le caratteristiche degli habitat e delle specie presenti nell'area dell'attuale Parco Naturale Regionale del Vulture, confermando con ancora maggiore precisione quanto siano importanti le esigenze di tutela di tale ecosistema.
Il territorio del Parco Naturale Regionale del Vulture è da sempre stato oggetto di tutele a protezione delle caratteristiche uniche che lo contraddistinguono, al contempo in gran parte dell'anno è anche oggetto di una forte pressione antropica non facilmente disciplinabile.
In particolare, i Laghi di Monticchio sono stati riconosciuti a vario titolo aree di interesse comunitario o aree protette con leggi regionali, nazionali o inclusi in direttive europee (habitat e uccelli). Già Riserva Naturale Regionale, S.I.C., Z.P.S., poi più recentemente Z.S.C. Zona Speciale di Conservazione con una perimetrazione che includeva le precedenti. Con Natura 2000, la Regione Basilicata ha effettuato uno studio completo e organico di tutte le caratteristiche degli habitat e delle specie presenti nell'area dell'attuale Parco Naturale Regionale del Vulture, confermando con ancora maggiore precisione quanto siano importanti le esigenze di tutela di tale ecosistema.
Descrizione del progetto
Finalità del progetto “Alloctoni invasivi a Monticchio” è un progetto che mira alla:
- ricostituzione dell'equilibrio ecologico nei Laghi di Monticchio
- tutela della biodiversità autoctona del Parco Naturale Regionale del Vulture attraverso la lotta alle specie animali alloctone invasive.
L'equilibrio ecologico dei laghi di Monticchio è infatti particolarmente minacciato dalla presenza di alcune specie acquatiche alloctone, alcune delle quali, considerate aliene invasive. La portata delle alterazioni causate dalle specie alloctone è tale da aver già compromesso irrimediabilmente per competizione/predazione la conservazione di elementi faunistici di pregio; si cita ad esempio una specie ittica endemica che può essere considerata uno degli emblemi dei laghi di Monticchio: l'Alborella Vulturina Alburnus albidus, probabilmente già scomparsa o se ancora presente, talmente rarefatta da essere in grave pericolo di estinzione.
Generalità del progetto
Il progetto “Alloctoni invasivi a Monticchio”:
- è incentrato sulla rimozione ed il contenimento delle specie elencate
- l'attività sarà calibrata nelle 4 stagioni sulle fasi di attività delle specie,
- in entrambi i Laghi, oggetto di diversi tipi di tutela, già Riserva Naturale Regionale, ZPS, SIC, poi ZSC Monte Vulture, ora cuore pulsante del neonato Parco Naturale Regionale del Vulture.
Il progetto va ad integrare e valorizzare le azioni previste dal “Piano di controllo delle specie ittiche aliene” che verrà attuato dal 2019 dall'Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura della Regione Basilicata. Tale Piano di controllo, prevede il coinvolgimento di pescatori sportivi che debitamente formati, attraverso corsi specificatamente organizzati presso l’Area Programma di Rionero in Vulture, abbiano ottenuto la qualifica di operatore per il censimento e la selezione di specie ittiche aliene (selecontrollore ittico).
Tecniche di intervento di lotta integrata
“Alloctoni invasivi a Monticchio” si configura pertanto come un progetto di lotta integrata a specie invasive; le differenti tecniche di intervento previste sono infatti fra loro complementari:
- le tecniche generaliste permettono di agire sia nelle aree centrali dei laghi, sia in quelle litorali con fitta vegetazione e nelle anse non facilmente raggiungibili dai selecontrollori;
- le sessioni di pesca selettiva permetteranno invece di agire sia in profondità che nei sottoriva con strumentazioni e tecniche specifiche per i riproduttori delle specie target.
Il contrasto ed il controllo della presenza delle specie alloctone, devono necessariamente essere continuativi per ottenere risultati a lungo termine; l'obiettivo del progetto è quello di rendere anche i cittadini locali parte attiva del controllo e della lotta all'abbandono di specie invasive.
Insieme alla riduzione numerica delle specie nell'immediato, si vorrà, pertanto innescare nella popolazione la virtuosa abitudine alla partecipazione attiva e collaborativa nella gestione e conservazione del patrimonio naturale del Parco così da rendere l'azione capace di autosostenersi oltre i limiti temporali del progetto.
Specie alloctone target
Le specie invasive individuate come target del progetto sono:
- il Siluro Silurus glanis, origine Europa centro-orientale, risulta essere presente nel Lago grande, specie estremamente adattabile a diverse condizioni ambientali, dall'accrescimento individuale molto rapido, predatore privo di competitori naturali;
- il Pesce gatto Ameiurus melas, origine Nord-America, presente nel Lago grande, predatore instancabile di uova e avannotti di altri pesci; meno impattanti ma ritenute ugualmente importanti da rimuovere altre due specie
- le Tartarughe palustri americane Trachemys spp. presenti nei laghi di Monticchio, costituiscono una minaccia per la specie autoctona di Testuggine, la palustre europea Emys orbicularis
- ed il Gambero rosso della Louisiana Procambarus clarkii, è una minaccia per l'autoctono Gambero d'acqua dolce Austropotamobius pallipes italicus.
Specie autoctone minacciate
La presenza, la sopravvivenza e la diffusione delle specie autoctone è fortemente minacciata dagli alloctoni oggetto del progetto.
Altre specie autoctone minacciate sono:
- l'alborella vulturina Alburnus albidus,
- la tinca Tinca tinca,
- l’anguilla Anguilla anguilla,
- gambero d'acqua dolce Austropotamobius pallipes italicus
- la Testuggine palustre europea Emys orbicularis
Fra le specie minacciate devono essere annoverati anche gli anfibi:
- Bombina pachipus,
- Salamandrina terdigitata,
- Triturus carnifex,
- Lissotriton italicus
nonché gli uccelli acquatici e le lontre (Lutra lutra), questi ultimi predabili anche in forma adulta dai grossi siluri.
Sovrapposizioni con altri programmi e direttive
Il progetto “Alloctoni invasivi a Monticchio” rappresenta dunque un’opportunità per il raggiungimento di obiettivi di altri programmi e direttive comunitari, nazionali e regionali in complementarità e sinergia con il programma PO FEAMP:
- Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (PSR) e Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR): valorizzazione delle risorse naturali e culturali;
- Water Framework Directive (WFD) - 2000/60/CE: raggiungimento del buono stato ecologico delle acque interne e di transizione;
- Direttiva Habitat - 92/43/CEE: conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche;
- Direttiva Uccelli - 79/409/CEE: conservazione degli uccelli selvatici);
- Politica Comune della Pesca (PCP): sostenibilità della pesca dal punto di vista ecologico, economico e sociale;
- Strategia Nazionale per la Biodiversità: integrazione delle esigenze di conservazione ed uso sostenibile delle risorse naturali;
- Programma strategico 2010 – 2013 per l’educazione e la promozione della sostenibilità ambientale (EPOS) D.G.R. 2014/2010: individuare un modello di collaborazione con le altre istituzioni ed i cittadini, […] per far crescere la capacità di relazione dell’individuo e della comunità con l'ambiente, il territorio ed il paesaggio.
IMPATTO DELLE SPECIE ALLOCTONE TARGET DEL PROGETTO
SULLE DIVERSE MATRICI ECOLOGICHE E SOCIALI DEI LAGHI DI MONTICCHIO
Impatto su Biodiversità ed ecosistemi
- Scomparsa, contrazione del range di distribuzione o diminuzione delle abbondanze a causa dell’attività predatoria, che può essere esercitata sulle uova o su individui di specie native.
- Scomparsa, contrazione del range di distribuzione o diminuzione delle abbondanze di specie native a causa della competizione per le risorse alimentari e per il territorio, (aree di frega e le zone di rifugio) es. fenomeni di esclusione competitiva tra specie aventi preferenze ecologiche simili;
- Scomparsa, contrazione del range di distribuzione o diminuzione delle abbondanze a causa dell’introduzione di agenti patogeni veicolati dalle specie ittiche alloctone come si è dimostrato essere avvenuto in Gran Bretagna a causa dell’introduzione della pseudorasbora, veicolo di Sphaerothecum destruens agente patogeno di altre specie ittiche (Gozlan et al., 2005).
- Riduzione della capacità di alimentarsi e delle attività riproduttive di specie native a causa di modificazioni delle caratteristiche ambientali.
Impatto Socioeconomico
- In molti casi in cui l’invasione interessa un ambiente lacustre, la presenza della specie aliena può ripercuotersi negativamente sulle attività di pesca sportiva e ricreazionale, in quanto determina una riduzione delle abbondanze delle specie di maggiore interesse.
Impatto Sanitario
- Le specie esotiche possono veicolare parassiti o altri agenti patogeni provenienti dai loro ambienti di origine che le specie native non sono in grado di contrastare.
OBIETTIVI DEL PROGETTO
Obiettivi principali
L'obiettivo del progetto sarà pertanto quello di agire per:
- ridurre la pressione ecologica esercitata dalle specie aliene,
- contrastare il processo di alterazione dell’ecosistema acquatico
- ridare spazio alle specie autoctone perché possano ricostituire cenosi resilienti ed equilibrate
- rendere anche i cittadini locali parte attiva del controllo e della lotta all'abbandono di specie invasive
Strategie complementari adottate
Il progetto “Alloctoni invasivi a Monticchio” si pone come obiettivo la lotta integrata a queste specie alloctone secondo due strategie complementari:
- metodologie generaliste e a basso costo: azioni dirette al contenimento di forme alloctone (crostacei, tartarughe, forme giovanili di fauna ittica) secondo metodologie generaliste e a basso costo sostenibili anche oltre i limiti temporali del progetto direttamente dall’Ente di Gestione del Parco Naturale Regionale del Vulture;
- pesca sportiva specializzata: azioni dirette al contenimento di forme alloctone (riproduttori di fauna ittica) mediante attività di pesca sportiva specializzata in collaborazione con pescatori volontari abilitati come selecontrollori ad integrazione delle azioni previste dal “Piano di controllo delle specie ittiche aliene” che verrà attuato dal 2019 dall'Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura della Regione Basilicata.
Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, il progetto vedrà la collaborazione non onerosa di FIPSAS Basilicata che darà supporto logistico, promuoverà presso i propri affiliati la partecipazione ai corsi di abilitazione a selecontrollori ittici e coordinerà la loro partecipazione alle attività di controllo delle specie ittiche aliene.
Le competenze sportive e la conoscenza dell’etologia delle specie target possedute e maturate dagli associati FIPSAS e più in generale dai Selecontrollori saranno indispensabili per la definizione dei punti e delle modalità e tempistiche di pesca. Nell’ambito delle attività svolte i singoli operatori registreranno la localizzazione e la batimetria approssimative a cui avviene l’abboccamento all’amo nonché i parametri morfometrici del pescato.
Monitoraggio complementare
Le attività a progetto prevedono il monitoraggio e la mappatura delle specie e degli habitat che possono subire la pressione esercitata dalle specie alloctone, nonché divenire catture bycatch (accidentali e non volute) dalla pesca selettiva e più in generale dalle attività di contenimento. Tale monitoraggio, che andrà ad integrare lo studio già effettuato da BiGeA ed ARPAB, permetterà di calibrare le attività di lotta alle specie alloctone in modo da massimizzarne l’efficienza nel rispetto per le altre matrici ecologiche ed in ultima analisi di elaborare i protocolli applicativi per l’attività dei selecontrollori e del personale dell’Ente di Gestione del Parco Naturale Regionale del Vulture.
Tutti i dati raccolti durante il progetto potranno inoltre integrare i database regionali ed i piani di gestione di Rete Natura 2000 contribuendo ad una migliore gestione e conservazione delle risorse biologiche.
Citizen science e autosostentamento delle attività
Ciò che più preme far notare è che il progetto ha fra gli obiettivi primari l’innesco di attività virtuose che permettano il protrarsi delle attività di contenimento anche oltre i limiti temporali del progetto stesso. Come ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica infatti, raramente il contenimento di una specie alloctona acclimatata ne permette l’eradicazione e questo a maggior ragione se le azioni di cattura non sono dirette a tutte le fasi biologiche e protratte nel tempo.
In tal senso il coinvolgimento dei selecontrollori e più in generale della popolazione locale, rappresenta un modello di citizen science operativo che garantisce l’integrazione culturale della popolazione con le finalità conservazionistiche e gestionali del Parco Naturale Regionale del Vulture.
A tal fine il progetto alloca risorse alla comunicazione/formazione dei pescatori e della popolazione locale sulle specie target e sulle tematiche ambientali che riguardano il patrimonio naturale locale e nazionale.
L’intento è quello di contribuire attraverso la crescita della consapevolezza ambientale nella popolazione locale e nei pescatori alla protezione e nel ripristino della biodiversità. Questo non solo attraverso un utilizzo più oculato delle risorse naturali: la sensibilizzazione e formazione della popolazione locale permetterà nel tempo a venire anche la raccolta di informazioni a costo zero utili per il periodico aggiornamento di piani di gestione, carte ittiche e piani di tutela. Infine ‘Alloctoni invasivi a Monticchio’ rappresenta un modello di comportamento virtuoso facilmente esportabile in ogni regione italiana e mediterranea.
Eventi formativi e di comunicazione
Il progetto prevede la realizzazione di eventi formativi e di comunicazione diretti a stakeholder locali:
- pescatori sportivi,
- alunni e cittadini non studenti residenti nei comuni limtrofi ai laghi di Monticchio (Rionero in Vulture, Atella, Melfi, Rapolla, Barile),
- Amministratori locali (Regione Basilicata, Provincia di Potenza, Comuni di Rionero in Vulture e Atella),
- gestori di laghi privati di pesca sportiva.
Argomenti degli eventi
Gli eventi formativi riguarderanno:
- presentazione del progetto
- finalità del progetto,
- divulgazione dei risultati ottenuti,
- formazione tecnica sulle tematiche ecologiche e la sostenibilità delle attività di pesca in rete natura 2000,
- formazione amministrativa sulla normativa vigente in termini di gestione delle specie alloctone e conservazione delle specie autoctone.
Modalità di esecuzione degli eventi
Gli eventi prevederanno:
- attività in aula
- escursioni nell’area di interesse.
Sintesi degli impatti positivi del progetto
In estrema sintesi i positivi impatti sociali del progetto ‘Alloctoni invasivi a Monticchio’ sono riassumibili in:
- salvaguardia del patrimonio naturale nazionale tangibile ed intangibile;
- aumento della coscienza ambientale dei cittadini;
possibilità di estendere tali impatti sociali alle altre regioni nazionali ed in altri Paesi del Mediterraneo.
CEAS del Vulture (dell'Associazione studi naturalistici del Vulture)
Ruolo: Partner
Descrizione delle finalità e delle principali attività dell’organizzazione
Il Centro di Educazione Ambientale per la Sostenibilità (CEAS) del Vulture è gestito dall'Associazione Studi Naturalistici del Vulture. L’Associazione Studi Naturalistici del Vulture persegue le seguenti finalità: la tutela dell’ambiente e la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, la promozione dell’uso sostenibile delle risorse naturali, l’organizzazione e lo svolgimento di attività di educazione, di istruzione e di formazione che abbiano come obiettivo la tutela e la valorizzazione dell’ambiente e delle aree protette; la promozione della fruizione ricreativa e sportiva degli ambienti naturali anche quale supporto all’assistenza sociale e socio-sanitaria nei confronti di disabili, di portatori di handicap e di categorie svantaggiate; l’educazione ambientale, la sensibilizzazione ambientale, la formazione culturale e scientifica e l’educazione alla legalità ed alla sostenibilità ambientale; il miglioramento della fruizione del patrimonio culturale, promuovendo e organizzando iniziative finalizzate alla scoperta ed alla conoscenza delle ricchezze del territorio; la promozione del turismo locale mediante la proposta di visite ed escursioni guidate in itinerari archeologici, antropologici, storici, culturali, artistici e naturalistici.
Referenti e responsabili delle attività: Andrea Cerverizzo, Antonella Vorrasi, Gianfranco Botte.
Ruolo assunto nel progetto il CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture), assumerà il ruolo di responsabile ed esecutore nel rispetto della Normativa vigente delle attività di pesca delle specie alloctone (crostacei, tartarughe e forme giovanili di fauna ittica). Le competenze naturalistiche e la conoscenza del territorio del personale CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) saranno indispensabili per la definizione dei punti, delle modalità e tempistiche di pesca, organizzazione dello sforzo di pesca e del modus operandi in Rete Natura 2000.
Oltre alle attività di contenimento, CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) effettuerà il rilevamento di parametri morfometrici e demografici e di tipologia e diversificazione degli habitat relativi alle specie catturate.
Il ruolo principale di CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) sarà quindi quello di ridurre nei due laghi (ad integrazione delle azioni dei Selecontrollori) le popolazioni delle specie alloctone assicurandone il flesso demografico.
CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) si occuperà di tutti gli aspetti logistici necessari all’attività. CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) collaborerà al conferimento del materiale pescato secondo le modalità non onerose previste dal Piano di controllo delle specie ittiche aliene” che verrà attuato dal 2019 dall'Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura della Regione Basilicata.
CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) sarà anche responsabile della trasmissione dei dati di pesca ad Hydrosynergy per le successive analisi.
In collaborazione con l’Ente di Gestione del Parco Naturale Regionale del Vulture e con Hydrosynergy, si occuperà inoltre della organizzazione delle attività di pesca e di monitoraggio: definizione dei punti, delle modalità e tempistiche di pesca e del modus operandi in Rete Natura 2000.
Tale attività prevedrà anche la consultazione ed il supporto logistico ed informativo di FIPSAS Basilicata.
In collaborazione con Hydrosynergy si occuperà della formazione dei Selecontrollori per quanto concerne:
- le necessità progettuali (punti, modalità e tempistiche di pesca),
- i vincoli conservazionistici e gestionali (modus operandi in Rete Natura 2000)
- il rispetto delle condizioni di sicurezza relative all’utilizzo delle strumentazioni di pesca (rischi sanitari ed ecologici connessi al loro utilizzo).
Come ogni membro del partenariato si occuperà della promozione del progetto e della divulgazione dei suoi risultati dandone visibilità attraverso il proprio sito internet.
Secondariamente, CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) sarà anche responsabile dell’organizzazione di tutte le Attività di Comunicazione previste dal progetto progettando nel dettaglio le diverse attività di comunicazione e curandone ogni aspetto realizzativo.
In collaborazione con l’Ente Gestore del Parco Naturale Regionale del Vulture metterà inoltre a disposizione spazi ed attrezzature (ad esempio audiovisive) per la realizzazione di tutte le attività di cui è responsabile.
Nello specifico CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture) si occuperà degli aspetti editoriali del materiale informativo in formato cartaceo o pdf e organizzerà incontri di comunicazione, divulgativi e formativi per i seguenti target:
- Amministratori locali competenti in materia di gestione ambientale e sviluppo sostenibile; per condividere aspetti tecnici e normativi inerenti alle necessità ecologiche degli ambienti di interesse ed i vincoli e le esigenze amministrative imposte dalla Normativa vigente in termini di gestione delle specie alloctone e conservazione delle specie autoctone. In tale modo si intende favorire l’istaurazione e l’incentivazione di politiche mirate a contenimento delle specie alloctone.
- Popolazione locale (studenti e cittadini lavoratori); per presentare e far conoscere le problematiche legate all’invasività delle specie alloctone e stimolare la coscienza ambientale nella popolazione locale.
- Pescatori sportivi; per promuovere una consapevolezza ambientale che li coinvolga nella protezione e nel ripristino della biodiversità.
Tutti le categorie di stakeholder saranno coinvolte per presentare le finalità del progetto ed al suo termine per condividerne i risultati ottenuti, in ottica di collaborazione fra cittadini, attività produttive, Enti e organi di controllo.
In collaborazione con Hydrosynergy, l’Ente Gestore del Parco Naturale Regionale del Vulture, l’Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura e l’Osservatorio Regionale sulla Biodiversità Naturale organizzerà la formazione dei pescatori (FIPSAS Basilictata e altre associazioni di pesca) finalizzata al raggiungimento della qualifica di “Operatore per il censimento e la selezione di specie ittiche aliene (selecontrollore ittico)” prevista dal “Piano di controllo delle specie ittiche aliene” che verrà attuato dal 2019 dall'Ufficio Parchi, Biodiversità e Tutela della Natura della Regione Basilicata.
Esperienze in progetti simili
Il Centro di Educazione Ambientale per la Sostenibilità (CEAS) del Vulture è gestito dall'Associazione Studi Naturalistici del Vulture. L’Associazione, di recente istituzione, è costituita da soci con expertise pluriennali in campo naturalistico (monitoraggio, gestione, conservazione, divulgazione, didattica). Fra le attività similari a quelle del presente progetto si citano come più rappresentative:
- Nel progetto “Fauna autoctona e alloctona nel Lago Pantano di Pignola”, i soci dell'Associazione, in collaborazione con la Provincia di Potenza ed il WWF Italia, si sono occupati, per 24 mesi dei monitoraggi dell'avifauna, della fauna ittica e dell'erptofauna con particolare attenzione alla testuggine palustre europea Emys orbicularis, L'obiettivo di tale progetto è stato proprio quello di raccogliere dati riguardo alle specie aliene invasive presenti nell'area protetta ed elaborare ed eseguire azioni volte ad arginare la diffusione delle stesse.
- Collaborazioni frequenti con il “Centro Studi Appennino Lucano” in progetti di studio e monitoraggio di fauna protetta in aree protette, il lupo nel Parco Nazionale del Pollino, i rapaci rupicoli nel Parco Nazionale del Pollino, la lontra nella Riserva Regionale Lago Pantano di Pignola;
- - Progettazione di azioni volte alla tutela e conservazione di specie ittiche autoctone, La Trota fario, in collaborazione con l'Alsia Basilicata ed il Centro Studi Appennino Lucano.
- Progetti di comunicazione e educazione ambientale con Enti Pubblici, in convenzione con la Provincia di Potenza, il CEAS del Vulture (gestito dall'Associazione Studi Naturalistici del Vulture ) gestisce il servizio guide del Museo di Storia Naturale del Vulture ed ha in programmazione lo sviluppo delle attività educative collegate alla visita della struttura.
- Per oltre 10 anni, coordinamento delle attività del CRAS, Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Potenza.
Hydrosynergy soc. coop. Spin-Off dell'Università di Bologna
Ruolo: Partner
Descrizione delle finalità e delle principali attività dell’organizzazione
Hydrosynergy, Spin Off dell’Università di Bologna, nasce nel 2010 sulla base del Know-how sviluppato nei gruppi di ricerca ecologico/zoologici del Dipartimento BiGeA dell'Università di Bologna con cui mantiene attivo lo scambio informativo e di personale.
Hydrosynergy fornisce servizi di ecologia applicata, monitoraggio ambientale e consulenza ecologica, per un utilizzo sostenibile delle risorse idriche e per la conservazione e la gestione degli ambienti acquatici e della loro biodiversità. La Mission di Hydrosynergy riporta: “Valorizzazione del patrimonio naturalistico nazionale, integrata alla gestione ecosostenibile delle attività umane”.
Referenti e responsabili delle attività: Dott Giovanni Rossi, Dott Gianluca Zuffi, Dott Andrea Marchi
Ruolo assunto nel progetto
Hydrosynergy assumerà il ruolo specifico di responsabile ed esecutore delle attività di ecologia applicata volte a individuare gli impatti delle specie alloctone invasive nell’area protetta e nelle zone limitrofe ed a elaborare scenari per la prevenzione nel lungo periodo. Hydrosynergy curerà il disegno sperimentale per il contenimento numerico delle specie alloctone e per la raccolta dei dati di monitoraggio in collaborazione con CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture).
Nell’ambito del ruolo specifico Hydrosynergy si occuperà di:
- Ottenimento dei necessari nulla osta autorizzativi;
- Realizzazione del monitoraggio della fauna ittica nell’area protetta;
- Realizzazione del monitoraggio della fauna malacologica e macrobentonica;
- Rilevamenti batimetrici e valutazione visiva degli habitat sommersi mediante drone subacqueo
- Analisi ed elaborazione dei dati provenienti dalla pesca delle specie alloctone e dai monitoraggi faunistici;
- Analisi dei trend demografici e della preferenza di habitat delle specie contattate;
- Mappatura specie ed habitat di interesse conservazionistico;
- Definizione dello stato di conservazione delle ittiocenosi della area protetta, con focus sulle popolazioni di specie autoctone e di importanza per la pesca;
- Definizione dello stato di conservazione delle comunità di invertebrati con focus sulle popolazioni di specie autoctone e di interesse comunitario;
- Definizione dei rischi ambientali legati alla presenza delle specie alloctone (perdita di biodiversità, impatto su specie autoctone e funzionalità ecologica dell’area protetta);
- Valutazione dell’efficienza delle attività di rimozione delle specie alloctone;
- Valutazione dei risultati ottenuti in termini di riduzione dei rischi ambientali;
- Comparazione dei risultati col quadro conoscitivo bibliografico nazionale e locale.
In collaborazione con l’Ente di Gestione del Parco Naturale Regionale del Vulture e con CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture), si occuperà inoltre della organizzazione delle attività di pesca e di monitoraggio: definizione dei punti, delle modalità e tempistiche di pesca e del modus operandi in Rete Natura 2000. Tale attività prevedrà anche la consultazione ed il supporto logistico ed informativo di FIPSAS Basilicata.
In collaborazione con CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture), si occuperà della formazione dei Selecontrollori per quanto concerne:
- le necessità progettuali (punti, modalità e tempistiche di pesca),
- i vincoli conservazionistici e gestionali (modus operandi in Rete Natura 2000)
- il rispetto delle condizioni di sicurezza relative all’utilizzo delle strumentazioni di pesca (rischi sanitari ed ecologici connessi al loro utilizzo).
Come ogni membro del partenariato si occuperà della promozione del progetto e della divulgazione dei suoi risultati dandone visibilità attraverso il proprio sito internet e partecipando alle attività di comunicazione organizzate da CEAS del Vulture (Associazione Studi Naturalistici del Vulture).
Esperienze in progetti simili
Hydrosynergy si occupa specificamente per fauna legata agli ambienti acquatici (macrobenthos, crostacei, pesci, anfibi e rettili) di monitoraggio, valutazione dello stato di conservazione e di rischi di impatto ambientale. Fra le attività similari a quelle del presente progetto si citano come più rappresentative:
- 2018–in corso: Studio, censimento e monitoraggio della fauna ittica con elaborazione ed aggiornamento dei piani di gestione di siti natura 2000 SIC/ZPS IT3320037 “Laguna di Marano e Grado” e SIC/ZPS IT3330006 “Valle Cavanata e Banco Mula Muggia” per conto del Comune di Grado.
- 2014–in corso: servizi di assistenza tecnico scientifica all’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Emilia Orientale nell’ambito delle Azioni concrete di conservazione del progetto LIFE 07 NAT/IT/433 - "Water SCls" (in specifico censimento, cattura di riproduttori e gestione di un allevamento di Austropotamobius palipes);
- 2014–2011: censimenti faunistici, analisi di parametri demografici, redazione delle misure di conservazione e dei piani di gestione relativi ai crostacei (autoctoni ed alloctoni) di circa 40 siti di Rete Natura 2000 dell’EmiliaRomagna;
- 2013–2012: censimento di gruppi tassonomici di idrobiologia (fra cui crostacei) nelle provincie di Modena, Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini per il “servizio correlato all’approfondimento delle conoscenze sulla biodiversità dei siti della rete natura 2000” dei siti di Rete Natura 2000della Regione Emilia-Romagna.