La Bramea, una farfalla fossile vivente

La sua mimetica livrea, i suoi brevi voli e il suo ristrettissimo habitat hanno probabilmente tenuto questo piccolo animale per lungo tempo fuori dalla conoscenza.

Subito a seguito della sua scoperta, avvenuta nel 1963, si riconosce in questo essere un fossile vivente, un relitto che ci giunge dal Miocene, un tempo della storia naturale della Terra durante il quale la separazione dei continenti da Pangea stava continuando verso l’attuale posizione geografica.

A quel tempo il clima era ancora caldo, ma proseguiva il processo di raffreddamento che sarebbe culminato con il Pleistocene. Fu in questo periodo che scomparvero gradualmente le piante tropicali dal continente europeo. La falena del Vulture (Brahmaea europaea Hartig), l’unico brameide europeo, è una creatura miracolosamente scampata all'estinzione.

Piante nutrici di questa farfalla, considerata il più grande vanto dell’entomologia nazionale, sono alcuni alberi, forse anch'essi speciali: la fillirea, il ligustro e, in particolare, il frassino meridionale. I colori delle scaglie alari e della spessa e folta peluria, dietro e sul torace, ci rimandano a un frate. Si direbbe un cappuccino con le ali. 

A questa specie è dedicato il Museo di Storia Naturale del Vulture, collocato all'interno del convento francescano titolato a san Michele. Qui, tra l’allestimento del museo, è possibile vederla e apprendere molte altre peculiarità sulla sua straordinaria storia e biologia.

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