L’acqua, universale referente di ogni forma insediativa e di sopravvivenza, divenne nel Vulture materia indissociabile dal vulcano attivo come dalla montagna vulcanica quiescente. Sempre abbondante e straordinaria, costituì per la fauna e la flora, come per l’uomo, un’opportunità singolare, intorno alla quale le specie si sono raccolte determinando ecosistemi e habitat davvero speciali.
Per la loro distribuzione, i loro salti, sapori, colori, la loro effervescenza unita a molte altre caratteristiche, le acque, così diverse, devono aver incoraggiato e ispirato il loro culto.
La straordinaria concentrazione di sorgenti, di fontanili, di acquitrini, cascate, laghi, torrenti, e l’abbondanza di flora e di fauna, costituì fonte di ricchezza, di benessere come per l’uomo preistorico così per quello moderno.
In tal senso sono stati interpretati i numerosi ritrovamenti, specialmente ex voto, presso le svariate sorgenti probabilmente considerate salutifere in passato: quelli ritrovati in santa Maria di Luco sono stati datati all’età del bronzo e del ferro.