Intorno a queste acque sospese, profonde e garanti del silenzio, attecchì un crescendo di vite ispirate dalla gioia del luogo e poi dalle contemplazioni mistiche.
Anche solo un rapido sguardo alle antichissime grotte degli eremiti basiliani, al convento francescano e alla Badia di Monticchio, lascia intuire la stratificazione degli accadimenti scaturiti da quell’amenità primordiale per lungo tempo corroborata e salvaguardata da un prezioso silenzio, palese dimostrazione dell’armonia senza conflitti tra la naturalità e lo spirito del luogo.
Uno spirito di cui l’Arcangelo, il “principe delle acque”, è millenario e indiscusso custode. Nel santuario micaelico di Monticchio, le antiche grotte eremitiche e la montagna sono un tutt’uno. Dalle tante finestre della struttura si offre una visuale speciale: la caldera appare come una parabola verde e specchiata che, rivolta al cielo, abbraccia il sito.
Di questa parabola l’Abbazia sembra essere il fuoco.